Nato a Napoli il 15/04/1973, già da bambino venivo a contatto con il teatro di Eduardo, infatti era tradizione della mia famiglia (una tipica famiglia napoletana, mio padre primo di sette figli) riunirsi per Natale a guardare “Natale in Casa Cupiello” alla TV, e così, anno dopo anno, cresceva in me la fame di conoscere più a fondo questo Grande del teatro.
Questa passione sfociò quando, con un gruppo di amici, decidemmo di fondare una Compagnia a livello parrocchiale e ci cimentammo subito in “Natale in Casa Cupiello”, commedia che io ormai conoscevo tutta a memoria. Mi occupai della regia e interpretai anche la parte di Luca Cupiello, era il 1990.
L’anno dopo, sempre in parrocchia, mettemmo in scena “Napoli Milionaria”, il ricordo particolare che si accompagna a questa Commedia, è quello di un mio amico che mi chiese di recitare, aveva i capelli lunghi, allora lo posi di fronte ad una scelta, o si tagliava i capelli e interpretava la parte di un uomo, o se li lasciava lunghi interpretando però la parte di una donna; scelse di fare la parte di Adelaide Schiano, pur di conservare intatti i suoi capelli. Fu una scelta “azzeccata”, in quanto riuscì a dare un lieve tocco di comicità a una commedia molto drammatica come questa.
Da allora, tranne alcune piccole interruzioni non ho mai smesso di calcare le tavole del palcoscenico, è come una droga, se non recito è come se avessi le crisi di astinenza. Dopo alcuni anni vissuti in Veneto, sono approdato alla Compagnia “ ‘A Fenesta” dove sono ancora oggi.
In questa compagnia ho il ruolo di capo comico, e recito in tutte le commedie del repertorio della compagnia. Sono Il protagonista Luca in “Natale in Casa Cupiello”, sempre come protagonista ricopro la parte di Ferdinando Quagliuolo in “Non ti Pago” e quello di Domenico Soriano in “Filumena Marturano”.
Oltre a queste ho interpretato la parte di Gennaro Jovine in “Napoli Milionaria”, Felice Sciosciammocca in “Miseria e Nobiltà”.
Ho recitato anche nella commedia “Na Santarella” di Eduardo Scarpetta, nella parte di Don Felice, nell’opera di G. Berto “L’uomo e la sua morte”, nel ruolo di Michele Galardo e infine nella parte di Ponzio Pilato in “Venerdì Santo”
C’è una frase che Eduardo ha detto e che mi ha sempre colpito: “Ho assorbito con avidità e con pietà la vita di tanta gente”, forse proprio perché per me recitare vuol dire proprio questo, assorbire con avidità la vita di quei personaggi ed esprimerla.
